Ciao a tutti, rieccoci qui con una nuova guida!
Cosa spetta a mio figlio dopo la diagnosi?
I disturbi sensoriali.
Ciao a tutti, eccoci di nuovo qui dopo una breve pausa!
- Vista
- Olfatto
- Tatto
- Udito
- Gusto
- Apparato vestibolare (il senso reponsabile dell'equilibrio e della propriocezione)
Quali sono le figure professionali nel mondo dell'autismo?
Ciao a tutti, oggi vi voglio parlare delle figure professionali nel mondo dell'autismo! Probabilmente leggendo i miei primi articoli alcune me le avete già sentite nominare, vediamo di capire a grandi linee chi sono e di cosa si occupano.
- Neuropsichiatra infantile: è quel medico che si occupa di studiare lo sviluppo neuropsichico e di tutti i suoi sintomi nei soggetti da 0 a 18 anni. La sua funzione è sia di diagnosi che di coordinamento, questo significa che il suo compito è quello di coordinare il team di figure professionali che segue un determinato bambino/ragazzo (compresa la scuola) e stabilire le modalità di intervento e gli obiettivi da raggiungere.
- Neurologo: la sua presenza è necessaria quando bisogna valutare se esistono o meno delle complicazioni legate al sistema nervoso. Potreste incontrarlo nel momento in cui decidiate di fare degli approfondimenti clinici sul vostro bambino.
- Neuropsicomotricista: è la figura che si occupa delle sedute di psicomotricità, la sua funzione è molto importante nel percorso terapeutico. In terapia lavora per favorire l'emersione e l'organizzazione delle abilità funzionali. In pratica è quella figura che aiuta il bambino a comprendere ed a leggere meglio il mondo circostante, aiutandolo inoltre a sviluppare tutte le abilità necessarie a renderlo autonomo.
- Logopedista: responsabile delle sedute di logopedia si occupa di sviluppare le abilità interessate alla sfera linguistica. Il suo scopo è promuovere la parola quando assente e lavorare al suo miglioramento quando raggiunta. Si occupa anche di svolgere il lavoro grafismo e pre-grafismo, in sostanza si occupa dell'insegnamento della scrittura.
- Insegnante di sostegno: quando in una classe scolastica è presente un bambino con disabilità si richiede la sua presenza. Il suo lavoro è quello di promuovere l'inclusione del bambino e dedicarsi assieme a lui al raggiungimento degli obiettivi generali e stabiliti dal PEI (piano educativo individualizzato).
- Educatore professionale: può essere presente sia in ambito scolastico che nelle associazioni (siano esse private o meno). Il suo lavoro è quello di supporto al raggiungimento degli obiettivi stabiliti assieme a tutto il team professionale coordinato dalla neuropsichiatra.
- Psicologo-Psicoterapeuta: essenziale nella fase diagnostica si occupa di valutare il comportamento e di riconoscere eventualmente segnali di malessere non esplicitamente manifestati. La sua presenza può essere importante in casi di assenza di comunicazione o nel supporto di ragazzi o adulti. Una volta individuata la fonte psicologica del malessere lo psicoterapeuta può intervenire e lavorare per la risoluzione/attenuazione dello stesso.
- Fisioterapista: (a volte può essere anche psicomotricità) si occupa degli aspetti più motori e sensoriali. Si occupa della riabilitazione motoria quando compromessa o si occupa dello sviluppo della mobilità generale e fine.
I diversi gradi dell'autismo
Partiamo dal presupposto che ogni persona nello spettro è un caso a sé stante, pertanto non esiste un modo matematico per valutarne la gravità o il tipo, esistono mille sfumature differenti che caratterizzano questi meravigliosi ragazzi.
Inizialmente i disturbi dello spettro autistico non si chiamavano così, erano divisi in patologie differenti che erano accomunate dagli stessi sintomi, si distinguevano in funzione della gravità e della compromissione di determinate aree funzionali. Queste patologie erano per esempio: la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrato dell'infanzia ed il disturbo pervasivo dello sviluppo.
- livello 1, in cui vi è una minore e/o parziale compromissione dell’area linguistica e cognitiva, ed i deficit comunicativi sono tali da richiedere un supporto;
- livello 2, in cui la comunicazione verbale e non verbale sono deficitarie e vi è necessità di un supporto significativo;
- livello 3, in cui è presente una grave compromissione del funzionamento, tale da richiedere un supporto molto significativo.
(Definizioni estratte dal DSM-5)
Cosa fare se la diagnosi è positiva?
Ciao a tutti, oggi affrontiamo un argomento molto delicato per tutti i genitori.
Come scrivevo nei post passati ovviamente la cosa più importante è rimanere calmi e lucidi sempre, anche se per esperienza mi rendo conto che sia piuttosto difficile.
Qualora dopo l'osservazione vi venga consegnata una diagnosi positiva la prima cosa che dovreste fare è avviare subito la procedura per avere il certificato di invalidità.
Dovrete prendere la vostra diagnosi e poi fissare appuntamento dal vostro pediatra di famiglia, fargli presentare un certificato telematico e poi con la ricevuta dello stesso presentarvi ad uno sportello INPS o da un patronato. In questo modo presenterete subito la domanda e nel giro di un mese o due avrete il vostro appuntamento dalla commissione medica dell'ATS locale.
Se vi state chiedendo "perché devo farlo subito?" la risposta è presto detta, queste procedure sono solitamente piuttosto lunghe e farle subito vi permetterà di accedere a tutti i servizi e sussidi che spettano al vostro piccolo. E' inutile ripetere quanto sia importante non perdere tempo, avere il prima possibile tutti i documenti pronti vi permetterà di iniziare quanto prima il percorso di terapie necessario al benessere di vostro figlio.
Dopo che vi sarete portati avanti coi documenti dell'invalidità è giusto dedicarsi al secondo grosso interrogativo che avrete sicuramente per la testa "se la diagnosi fosse sbagliata?", è assolutamente legittimo pensarlo! Spesso e volentieri la neuropsichiatria stessa può consigliarvi il parere di un secondo medico specializzato, generalmente vi verranno suggerite delle strutture più specializzate che si appoggiano alle università ed a programmi di ricerca sulle patologie dello spettro. Questo ha due scopi principali: il primo è accertarsi di avere una diagnosi corretta ed il secondo è quello di fornire alle strutture di ricerca nuovi dati per scoprire di più sui disturbi dello spettro. Inoltre strutture più specializzate sono in grado di svolgere accertamenti più approfonditi sul vostro bambino, perché purtroppo affiancate all'autismo potrebbero esserci ulteriori patologie ed è buona cosa escluderle. Questi accertamenti solitamente vengono svolti durante una "diagnosi in ricovero" dalla durata di circa 5/6 giorni.
Spero di esservi stato di aiuto, alla prossima!!
L'importanza di intervenire subito.
Questo è una consiglio che non mi stancherò mai di ripetere, ed è indirizzato ai genitori che sospettano o hanno dei figli nello spettro: intervenire il prima possibile e non perdere tempo!!!!!!!
Lo consiglio per due ragioni: la prima e più importante è per capire se il vostro piccolo ha bisogno di aiuto, la seconda è per voi genitori! vivere nel dubbio è decisamente snervante e può ledere in modi inaspettati alla vostra serenità familiare.
(Se sospettate della condizione del vostro piccolo leggete il seguente articolo sul come ottenere una visita specialistica APRI.)
Qualora scopriste che vostro figlio ha bisogno di aiuto, il centro neuropsichiatrico incaricato di seguirvi provvederà a proporre un piano di intervento, nel quale organizzeranno un percorso di sedute terapeutiche con delle dottoresse specializzate. L'intervento in tenera età è il modo più veloce e facile per far si che si possano raggiungere traguardi importanti. I nostri bambini quando sono piccoli sono letteralmente argilla da plasmare e spesso si può intervenire giocando di anticipo, spianando il terreno e preparando il bambino alle diverse esperienze e situazioni che incontrerà. Stefano ha iniziato le terapie all'età di tre anni, per prima ha iniziato PSICOMOTRICITA' poi verso i tre anni e mezzo ha iniziato anche LOGOPEDIA.
Rispetto alla media nostro figlio ha iniziato molto presto, questo ci ha portato ad ottenere importanti traguardi comunicativi nel medio termine, per esempio ha cominciato a parlare dopo circa un anno di logopedia!
Ma non è solo questo, da quando ha iniziato le terapie Stefano è diventato più sereno, ha cominciato a gestire e comprendere in maniera migliore il mondo e le persone attorno a lui (sembra una banalità ma non lo è affatto), facilitandogli la comunicazione sotto diversi aspetti. Come scritto in un altro post, nostro figlio non era in grado di esprimere una richiesta o una necessità, questo lo portava spesso a fare delle crisi che spesso di trasformavano in veri meltdown. Con il lavoro delle terapiste Stefano ha imparato ad indicare ciò di cui aveva bisogno o scegliere fra diverse alternative senza che questo gli causasse un carico eccessivo di stress.
Tutte queste difficoltà possono minare l'equilibrio della vostra vita familiare e sociale. Noi per esempio abbiamo avuto tremende difficoltà fino all'età di 4 anni. Stefano non sopportava in nessuna maniera i posti affollati e passeggiare per il centro o mangiare in un ristorante erano cose che non tollerava, gli provocavano delle reazioni esagerate. Spesso cominciava a gridare e dimenarsi costringendoci a tornare immediatamente a casa. Il ripetersi di questi comportamenti ci ha portati a chiuderci in casa, in modo da prevenire ed evitare le crisi che avrebbe potuto fare uscendo.
Le difficoltà che si possono incontrare sono estremamente varie e soggettive per ogni bambino, ma una cosa è vera sempre: con l'aiuto delle giuste figure non si può solo migliorare la qualità di vita di questi meravigliosi bambini, ma anche dei loro meravigliosi genitori!
Per questo è importante intervenire il prima possibile.
Alla prossima!
Sospetto che mio figlio sia autistico.
Il dubbio, come un genitore riconosce i campanelli di allarme.
Cos'è l'autismo? (visto da un genitore)
Ciao a tutti, prima di partire con il vero e proprio articolo vorrei fare un piccolo spiegone definendo cosa è l'autismo. Segue paragrafo prelevato da Wikipedia:
"L'autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d'interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita.Più precisamente, data la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è recentemente invalso l'uso di parlare più correttamente di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), comprendendo tutta una serie di patologie o sindromi aventi come denominatore comune le suddette caratteristiche comportamentali, sebbene a vari gradi o livelli di intensità."